Conoscevo Chagall, ma non lo conoscevo. E' arrivato tutto insieme, un paio di anni fa. La sua bibbia illustrata regalata da Lenny, ed un museo a Brussels, bellissimo, dove ha funzionato l'effetto magnete, e dove si è realizzata la mia conversione definitiva al romanticismo drammatico (come se ce ne fosse bisogno) e a tutto quel blu, quei colori.
Poi è ritornato a sorpresa, ad ottobre, in una mostra a Pisa che era lì mentre c'ero anche io, in mezzo ad un volo a/r da Amsterdam (la mostra l'ho vista tra la a e la r).
Credo ci sia fino a gennaio, andateci.
Così sorridente, piena di vita e solarità, pur in quei colori freddi, spesso, tutto blu, tanto verde, viola scuro. Rosso e giallo a tratti.
Chagall era un pittore felice.
Non c'erano i suoi quadri più famosi, eppure mi sono incantata davanti ai colori, ai collage, alle mattonelle dipinte.
Non avevo fogli con me, così ho trascritto le sensazioni sul cellulare, in due messaggi in codice, ripromettendomi di espanderle subito dopo su un treno per Firenze. Ma alla mostra ho comprato la sua autobiografia (scrive, tutto, così, con, questo, ritmo, ed ogni tanto con questo! così bello e leggero! con quell'entusiasmo bambino, ed un sacco di colori), ed è stata l'autobiografia ad occupare le due ore di treno.
Così ora dei messaggi salvati sul cellulare è rimasto questo:
primo messaggio: nulla, l'ho cancellato per sbaglio
secondo messaggio: Infinito, come si fa a prenderlo tutto? St. Jean Cap-ferrat, Ragazza tra i fiori, matton [n.d.b. matton=mattonelle], Donna Mani Rosse e Verdi, collage. La Vita(Prep)->inconscioF, resurrezione fiume, Cristo Riva-sensualità, isola Poros, diversa!, caccia uccelli, spudorato romantico. Pranzo italia, carica mistica.
beh, buona fortuna.
Invece è più chiaro che una mostra intera su un solo artista per me è troppo, perchè dovrei saper essere selettiva, fermarmi di fronte a ciò che mi piace, ed invece c'è questa sorta di bulimia visiva, il voler vedere tutto, tutti i quadri, anche se so che non saprò emozionarmi per più di uno o due.
Avrei bisogno di pass per 100 ingressi, così posso scoprire i dipinti più volte, lasciare che le sensazioni si modifichino con me.
Specialmente Chagall poi -come già dissi, ad alcuni - così denso, così ricco, così colorato, con dettagli incoerenti, tutti sullo stesso piano.
Uno degli ultimi quadri era una tavola imbandita, sullo sfondo una collina, un paese. Niente innamorati che volano mano nella mano, niente ebrei erranti, niente violini mucche cavalli. Sereno e limpido, anche nella rappresentazione. Eppure era come se anche quello avesse una carica mistica, una suggestione imposta, un rimando a qualcosa di altro.
Insomma, troppi quadri mi fanno perdere i confini tra i quadri. Porto a casa una sensazione collettiva, e non riesco ad isolare cosa ho amato veramente.
Non che sia male o bene, ma forse è una perdita?
Poi,
pomeriggio
Il treno per Firenze l'ho preso per incontrare mio papà, scambiare la giacca leggera con quella pesante (i vantaggi della vita estera). Cipressi e strada bianca dal treno, ero proprio in Toscana.
A Firenze entro a Santa Maria Novella, ma sono emozionalmente stanca, fatico ad essere recettiva per quegli affreschi dopo i colori della mattina, ed un po' mi stupisco.
Ci consoliamo con il duomo, un gelato.
In serata di nuovo Pisa, che è piccolina, la piazza della Normale, una chiesetta sull'Arno, i vicoli del mercato, un paio di altre chiese, infiniti posti dove vendono pizza. Il resto sono curiosità asimmetriche che Nic mi ha mostrato in un giro serale. E poi Campo dei Miracoli ovviamente, già la prima sera, al tramonto. Quasi vuoto nel freddo, ed il marmo bianco blu-violetto come il cielo.
Il resto è dentro, ed il mio dentro è stata Casa Pocalisse.
Grazie, per la guida serale di Pisa l'ascolto le chiaccherate notturne o cittadine, le partite a trivial e la pasta al forno bruciata, le tazze di thè, la discrezione vicinanza lunedì sera, l'attenzione domenica sera. Ma sopratutto per la naturalezza, l'accoglienza. Quel mondo famiglia che avete in quella casa aperta. Ho lasciato l'Italia piena di gratitudine, con la sensazione di essere stata a casa.
There was a time when I had two heads
there was a time when these two faces
covered themselves with loving dew
and dissolved in the perfume of a rose.
Now it seems to me
that, even if I go back, I go ahead
towards a grand gate
behind which extend walls
where extinct thunders and
broken bolts of lightening
lie sleeping...
(Parole e dipinto - The Traveller - di Marc Chagall)