domenica 27 settembre 2009

la testa tra le nuvole

Passeggiando per la rete ho trovato wordle, un sito simpatico che prende tutte le parole del vostro blog, le inciccionisce a seconda della frequenza, e crea nuvole di senso sospese tra una poesia futurista e quest'altro gioco che amo:


Certo, wordle su quattro post di cui uno spudoratamente ego-centrato sul mio nome non è molto significativo (o forse lo è, con quel 'forse' che è lì tra i più grandi, tra i non nomi propri?) , ma lo rifarò in futuro e vi racconterò di altre nuvole.
Intanto mi diverto con 'adesso olandesi accolgo' (in alto a destra) e contraddico il sole di oggi con 'fuori molto autunno' (in alto al centro): frasi verissime di una Valentina in partenza, che siamo ormai già alla fine di settembre.
C'è anche 'biscotti amati' (sempre lì vicino), che è verità assoluta, nel caso servissero altre prove scentifiche della veridicità di ciò che le nuvole raccontano.
E cosa dire di 'laggiù l'innevata abbrustolisce' (sempre in alto, cercate)? Che carica poetica. Ma d'alta parte io sono una scrittrice molto brava, ed è risaputo.
(ma per non dimenticarlo lascerò scivolare un paio di valentinaèunascrittricemoltobrava, valentinaèunascrittricemoltobrava e valentinaèunascrittricemoltobrava, così trucco il risultato e innalzo l'autostima dal livello nebbia al livello nuvola).

E voi?
Sarei curiosa mettere il naso nelle vostre nuvole, un giorno.

(Note a piè di pagina. La seconda foto è la fotocopia dell'ultima lettera che ho scritto ad A. dove usavo la carta per raccontare un disagio. Non volevo giocare, ma sporcarmi le mani di colla attaccando parole ruvide e slegate, ritagliate per un regalo precedente.
Dunque il gioco ha sfaccettature molteplici. Nelle illustrazioni di Marco, per esempio, sono colorate e bellissime.

Mentre invece, il dipinto del post precedente era di Gerhard Richter, artista tedesco (pittore, fotografo, mescolanza) che sa muovermi in modo profondo e intensissimo. Un giorno ne parlerò più dettagliatamente, forse.

Non ora, che scrivo di fretta e sono già fuori al concerto dei Mercanti di liquore)


sabato 26 settembre 2009

domani torno normale


Lascio l'amusement con un nodo in gola. forse dovevo prendermi un abbraccio in
più, stringere di più quell'ultimo, chiederne un altro.
Non ne ho avuto il coraggio.
odio sentire le cose, percepirle, la sensazione di addio, averne la certezza.
parto per l'olanda e non so per quanto. sarà un mese, ma forse un anno.

ho paura, una paura folle.
domani sarà passata.

perché non so come ne uscirò, quando, ma so che sto facendo cose non propriamente mie. e non so quali sono le cose mie. le sento, ma non ho idee, nessuna, su come crearle, avvicinarle. è una tensione terribile. terrorizzante.
so che percorrerò bene la strada che sceglierò, qualunque sarà. ma qual è la mia?
ho odiato la danza della realtà perché mi ha mostrato tutti i miei limiti, tutte le cose da lasciare indietro, di cui spogliarmi. tutto il lavoro che devo fare su di me. L'ho amato.
che libro incredibile. o forse era il periodo, o l'incontro, nel significato quello profondo della parola. gratitudine.

sto partendo per l'olanda, e ho paura.
è finita la protezione dello studio, la fase di attesa dopo la laurea. comincio io, comincia una scelta, l'ho fatta, ci sono dentro.
so che troverò un altro equilibrio, un'altra attesa, la stessa scelta di vivere all'estero è una scelta di procrastinare.
mi sento una mina inesplosa. così tanti aspettano il bum, e mi chiedo se esploderò mai.
(forse continuo a viaggiare sott'acqua, come nel dipinto che ha colori che non mi piacciono.
No non lo farò.)

sto partendo per l'olanda, e sono sola. la mia vita ruota attorno solamente a me, e questa notte mi fa così tanta paura.
(lo so, qualsiasi cosa vogliate rispondere. lo so. che non è vero o che è bene, e coraggio, e tutto.
lo so bene. ne sono forse grata. ma non c'entra proprio nulla ora)
Mi attacco alle cose intorno, le persone più belle, più vicine di questi mesi.
C'è un attaccamento reale e prezioso, gratitudine, ma non c'entra nulla, ora.
Perché c'è un attaccamento che mi racconto, con le unghie e le lacrime, necessario.
Non necessario, la mia vita ruota attorno a me.

Sono sola. Bene. Male. Paura. Libertà. Che casino.
Sono sola ma mi sto amando lentamente, forse non abbastanza, ancora.
Devo imparare a chiedere. Osare, chiedere vie, consigli, aperture. Ed essere umile.
Cazzo, sono anche debole. E voglio imparare, cercare.
Ho attraversato violenze, malattie, insicurezze, rabbie, morti, sono diventata forte, sono diventata sola.
Ma sono anche debole. Voglio esserlo.
Jodorowsky si era fatto confezionare un paio di scarpe da pagliaccio, rosse e gialle, enormi, con i fischietti. Che immagine bellissima. E' stato un suo modo di cambiare il ritmo, e vedere se la realtà ballava diversa, se gli mostrava il culo o gli offriva un fiore. Gli hanno offerto la sua pillola rossa, l'ha presa.
Potrebbe essere un modo.
Ma il mio modo voglio che siano le parole, le domande. Voglio persone, ma ho paura di affrontare le persone, e chiedere. Chiedere cosa, dove cercare, tu come hai fatto.

Sono cresciuta. Anche le mie emozioni stanno crescendo piano piano, stanno andando a prendere i pensieri.
Sono intelligente. A tratti mi chiedo come. Anche perché, a volte. Ho una spontaneità che forse lentamente non è non sarà più freschezza, ma è più autentica, preziosa, da difendere. Sto cercando i limiti. E mi piace ascoltare. Voglio ascoltarti. Tu che leggi.
Mi sto perdendo ora, dicendo cose casuali.
Ma perché torno dall'amusement e sono le cinque di mattina. Non sono sempre così, scriverò presto un altro post che nasconda questo. Qualcosa di meno intimo, scusatemi.
Non credo sia una richiesta d'aiuto.
Se chiedo qualcosa me lo sto chiedendo a me.

Poi alla fine Rob Brezsny mi consiglia di imparare a fare la birra, perché non sono ancora pronta per riconfigurare i meccanismi del mio cervello.
Questa settimana deve averlo messo in folle il cervello, lui.
Sono in buona compagnia.

Ma io domani torno normale. Mentre lui deve aspettare fino al prossimo venerdì.

Postilla: Mi chiedono, e rispondo: il sono sola non è un sentirsi sola. Era una constatazione più larga. C'era anche una presa di posizione in questo post, ecco, qualcosa verso il positivo.

sabato 19 settembre 2009

Rivendicazione


Valentina Valentina
va lentina Valentina.
Valentina levantina,
Valentina l'innevata,
Valentina l'antinave.
Valentina:
invan l'età
inventa la
vanità nel
latin vena.
Valentina la inventa Valentina.

martedì 15 settembre 2009

Una maglia nella rete

di internet.
Vale a dire che ho finalmente deciso di lasciare traccia di me sul web. E se vi parlerò di questo blog, anche di pubblicare un primo post - vero. Per amici lontani, vicini, possibili, per non perdersi in spostamenti imprevisti, città italiane, luci olandesi, futuri che cominciano.
L'idea è rovesciare in pentola considerazioni, creazioni, scoutismo (nostalgia di), parole, zaino in spalla, thè coi biscotti, tango, umori timori sciocchezze scoperte autunno suoni luce libri cose buffe, cose. Poi darci una mescolata, una spolverata di commenti, portare ad ebollizione e si accettano scommesse su cosa ne uscirà

Cercherò di cucinare post con una sconosciuta regolarità. Ma non garantisco.
Dunque urlate, se vi dimentico sul fuoco e vi si abbrustolisce l'aspettativa.

lunedì 14 settembre 2009

Mi presento confusa

Carta.


Forse l'amore più viscerale. Carta libri oggetto libro restauro acquerelli miniature illustrazioni pastelli sfumature buchi bianchi creazioni cartone tela vinavil carta da pacchi giornali incollati caffè pennello canalette fettuccia catenella rilievo spago telaio cannella e fette d'arancia. Carta. Libri. Parole.

Parole suono senso storia odore inchiostro inconscio imparo.


Ricordo la frase che chiudeva il trailer di Cento Chiodi. Tutti i libri del mondo non valgono un caffè, con un amico.

Di quel film ricordo l'atmosfera semplice, lentissima, della vita nuova. Mille film li ho amati (anche, soprattuto, solo) per l'atmosfera delle persone. le fate ignoranti e shortbus, saturno contro e lost in translation e agata e la tempesta. Mille altri, chissà perché cito questi cinque. Che poi mi è rimasta una sensazione e non so se ancora mi piacerebbero, se mi siano piaciuti allora.

Voglia di persone.

Anche filtrate, teatro e corpi e illustrazioni, ma persone e arricchirmi. Colore, Sbloccare, continuare a sentire, ricerca, Mi fa bene


Primo post intimo e irritante.

Forse in linea con la linea di me ultimamente (non che badi molto alla linea, ultimamente. Ma parlo del dentro). Ascoltarmi e buttarmi fuori.

Un post in un posto per me, anche se poi lo leggete voi.


che strana cosa un blog. Mi accogliete dentro gli occhi, giù per le pupille fino ai nervi e il cervello e forse più in là il cuore e l'anima o quello che c'è laggiù, però in realtà sono io che vi accolgo nella mia testa perché vi penso quando vi scrivo, alcuni, a turno, e vi mostro pensieri. Come una slideshow, adesso.


non astenetevi, perditempo