lunedì 30 agosto 2010

Turku 2010 - seconda parte


Food (and beer)

La prima impressione è il cibo. Si mangia ogni ora e mezza, colazione, merenda, pranzo, merenda, cena, snacks. Cibo schifoso. A pranzo è ancora accettabile, salmone e patate. Le insalate creative ma si impara presto a non rischiare, la curiosità è punita dal gusto. La cena invece un'avventura, sono gli avanzi del pranzo mescolati e tritati (letteralmente). Forse anche pre-masticati, chissà.
Useranno la stessa tecnica anche con la frutta del pranzo: il secondo giorno il dessert è una pappa arancione fosforescente. Crediamo sia la macedonia in scatola avanzata dal giorno prima che hanno tritato e che ci propinano con panna montata.
Per fortuna ci sono le colazioni, anche se gli ultimi giorni le perdo, il mio bioritmo scivola in avanti, vivo di notte. E per fortuna ci sono gli snack notturni, panini e insalata, accompagnamento perfetto alla birra. La prima sera ne comprano 240 lattine (ne verranno comprate molte altre, almeno un altro centinaio), più vino e whisky. La gente inizia a raggrupparsi sopra la collina a bere. Io timida - lo odio.


Sauna time
L'apertura arriva poi, con la piscina. Vinco la timidezza con il gioco e le mani, come a scout, come sempre.
C'è il gruppo delle ragazze della sauna, ridiamo insieme seguendo le istruzioni di una russa moglie di un professore che parla solo olandese, ci insegna che in sauna dobbiamo essere nude, asciutte, con i capelli coperti, ci insegna riti mentre suo marito di là batte i ragazzi con rami di betulla.
Forse vedersi nudi la prima sera frustrandosi con rami d'albero ha aiutato la sintonia.

E poi c'è la piscina, con i ragazzi dentro. Giochiamo una sorta di 5 passaggi 1 punto, solo senza i 5 passaggi, e senza il punto. Si va avanti in eterno, maschi contro femmine. Io sono sempre dentro, mi chiamano maschiaccio, ma con rispetto.
Piscina e sauna, piscina e sauna. Aspettiamo questo rito tutto il giorno, tutti i giorni, ci è mancato nel pomeriggio libero che abbiamo passato in centro.
La piscina è gelata, ci stiamo ore. Fino alle dieci il lunedì, fino a mezzanotte a giocare il martedì e mercoledì, fino alle due il venerdì. Quando esco non ho più pelle nelle mani, abbiamo così tanti lividi che sembra ci picchino. Dentro siamo tutti nemici, fuori ridiamo tantissimo (o no, il primo giorno sono anche volate sedie, tra discorsi di politica e litri di alchool).
Ricorderò:
- la sensazione di pelle liscissima dopo la sauna il primo giorno
- quando abbiamo deciso che era più bello essere tutti in una sauna, ed era ma micro-sauna femminile perchè era l'unica dotata di on/off, ed eravamo tutti spiccicati in quei 3 scalini, e c'era un finnico pazzo che sapeva ogni parola di ogni canzone stupida in ogni lingua, e buttava acqua ogni 5 secondi. Noi cotti urlavamo pietà, fuggivamo nella piscina gelata. Maledetto Sam che gli dava corda.
- gli odori. il profumo di pane quando si versa la birra nella sauna, il profumo di betulla

Mi sento in vacanza, non voglio andare via.

Le lezioni




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