lunedì 30 agosto 2010

Turku 2010 - prima parte

ovvero una raccolta di memorie della più bella Summer School di sempre, che potrebbe essere riassunta da: food time - nap time - sauna time.
C'erano tutte le cose che mi mancano e che amo: i matematici e le carte e un gruppo con cui si parla e si ride, gli scout e i fuochi e i canti e la natura. Il divertimento sano, con il fiatone.

Tampere
Sono partita senza aspettative, odiandola. Una settimana tra matematici, ancora al nord, a studiare cose che non so, 8 ore di lezione, più discussione, esercizi, esame finale.
Il viaggio è iniziato un giorno prima a Tampere, ogni ostello o albergo di Turku o Helsinki era prenotato. A Tampere c'era Michela, ex-studentessa del mio supposed-to-be futuro relatore olandese, l'avevo vista una volta ad un seminario. Decido di scendere prima dall'aereo e di prendere un treno per lì. La campagna finlandese è notevole, foreste dappertutto, due case in croce, di legno rosso come nei poster ikea.
Siamo state subito bene, ci siamo scoperte in quel micro-mondo italo-polacco, che ostello bello (che città brutta invece, la periferia di una città russa).
Alla Summer School qualche professore dirà, 'ah, le italiane', siamo carine, sembriamo amiche da sempre, siamo italiane, figuriamo tutte e due come studentesse di Odo ad Utrecht, anche se entrambe abbiamo rifiutato questo dottorato.
Ci ridiamo su, e quando il primo giorno è il momento delle presentazioni pensiamo di farla in coro.
A Tampere il sabato ci sono 30 gradi. Si fa il bagno nel lago fino alla sera, c'è il mercato dei piccoli frutti e il mercato coperto. Michela dice che il sanguinaccio è ottimo, io non l'ho provato: al supermercato non lo vendono, la domenica.
Poi treno, Turku.

2 commenti:

S ha detto...

Sbaglio o il post si e' decisamente ristretto?

amelie in rosso ha detto...

cercavo di attirare commenti almeno così :)