Lascio l'amusement con un nodo in gola. forse dovevo prendermi un abbraccio in
più, stringere di più quell'ultimo, chiederne un altro.
Non ne ho avuto il coraggio.
odio sentire le cose, percepirle, la sensazione di addio, averne la certezza.
parto per l'olanda e non so per quanto. sarà un mese, ma forse un anno.
ho paura, una paura folle.
domani sarà passata.
perché non so come ne uscirò, quando, ma so che sto facendo cose non propriamente mie. e non so quali sono le cose mie. le sento, ma non ho idee, nessuna, su come crearle, avvicinarle. è una tensione terribile. terrorizzante.
so che percorrerò bene la strada che sceglierò, qualunque sarà. ma qual è la mia?
ho odiato la danza della realtà perché mi ha mostrato tutti i miei limiti, tutte le cose da lasciare indietro, di cui spogliarmi. tutto il lavoro che devo fare su di me. L'ho amato.
che libro incredibile. o forse era il periodo, o l'incontro, nel significato quello profondo della parola. gratitudine.
sto partendo per l'olanda, e ho paura.
è finita la protezione dello studio, la fase di attesa dopo la laurea. comincio io, comincia una scelta, l'ho fatta, ci sono dentro.
so che troverò un altro equilibrio, un'altra attesa, la stessa scelta di vivere all'estero è una scelta di procrastinare.
mi sento una mina inesplosa. così tanti aspettano il bum, e mi chiedo se esploderò mai.
(forse continuo a viaggiare sott'acqua, come nel dipinto che ha colori che non mi piacciono.
No non lo farò.)
sto partendo per l'olanda, e sono sola. la mia vita ruota attorno solamente a me, e questa notte mi fa così tanta paura.
(lo so, qualsiasi cosa vogliate rispondere. lo so. che non è vero o che è bene, e coraggio, e tutto.
lo so bene. ne sono forse grata. ma non c'entra proprio nulla ora)
Mi attacco alle cose intorno, le persone più belle, più vicine di questi mesi.
C'è un attaccamento reale e prezioso, gratitudine, ma non c'entra nulla, ora.
Perché c'è un attaccamento che mi racconto, con le unghie e le lacrime, necessario.
Non necessario, la mia vita ruota attorno a me.
Sono sola. Bene. Male. Paura. Libertà. Che casino.
Sono sola ma mi sto amando lentamente, forse non abbastanza, ancora.
Devo imparare a chiedere. Osare, chiedere vie, consigli, aperture. Ed essere umile.
Cazzo, sono anche debole. E voglio imparare, cercare.
Ho attraversato violenze, malattie, insicurezze, rabbie, morti, sono diventata forte, sono diventata sola.
Ma sono anche debole. Voglio esserlo.
Jodorowsky si era fatto confezionare un paio di scarpe da pagliaccio, rosse e gialle, enormi, con i fischietti. Che immagine bellissima. E' stato un suo modo di cambiare il ritmo, e vedere se la realtà ballava diversa, se gli mostrava il culo o gli offriva un fiore. Gli hanno offerto la sua pillola rossa, l'ha presa.
Potrebbe essere un modo.
Ma il mio modo voglio che siano le parole, le domande. Voglio persone, ma ho paura di affrontare le persone, e chiedere. Chiedere cosa, dove cercare, tu come hai fatto.
Sono cresciuta. Anche le mie emozioni stanno crescendo piano piano, stanno andando a prendere i pensieri.
Sono intelligente. A tratti mi chiedo come. Anche perché, a volte. Ho una spontaneità che forse lentamente non è non sarà più freschezza, ma è più autentica, preziosa, da difendere. Sto cercando i limiti. E mi piace ascoltare. Voglio ascoltarti. Tu che leggi.
Mi sto perdendo ora, dicendo cose casuali.
Ma perché torno dall'amusement e sono le cinque di mattina. Non sono sempre così, scriverò presto un altro post che nasconda questo. Qualcosa di meno intimo, scusatemi.
Non credo sia una richiesta d'aiuto.
Se chiedo qualcosa me lo sto chiedendo a me.
Poi alla fine Rob Brezsny mi consiglia di imparare a fare la birra, perché non sono ancora pronta per riconfigurare i meccanismi del mio cervello.
Questa settimana deve averlo messo in folle il cervello, lui.
Sono in buona compagnia.
Ma io domani torno normale. Mentre lui deve aspettare fino al prossimo venerdì.
Postilla: Mi chiedono, e rispondo: il sono sola non è un sentirsi sola. Era una constatazione più larga. C'era anche una presa di posizione in questo post, ecco, qualcosa verso il positivo.
7 commenti:
dopo questo post mi sento di doverti fare tante domande...ma non posso, o è meglio di no. Però è strano leggerti così
nottambulo. ma chiedi. anche a voce.
anche io mi sono chiesta se era giusto rovesciare qui la mia fragilità (ma non solo, anche forza e voglia di forza) delle cinque di mattina.
adesso...tanto per sdrammatizzare, ma un fondo di realtà ce l'ha...Vale, una bella ciocca tipo la mia di ieri sera, e poi in qualche modo passa tutto in secondo piano...soprattutto se si tratta di sensazioni, come le tue e non di cose vere, reali, sconfitte, perdite...bho.
cmq, ero così ciucco che neanche mi sono accorto come ho fatto a firmarmi...mha...
se posso muovere una piccola obiezione. condivido il principio generale (le cose vere contro le sensazioni - anche se poi alla vita gliele lascio, le cose vere, mentre qui nel blog intanto spavento i lettori, così dopo diventa mio e i lettori apprezzano di più :) ).
solo, non sceglierei esattamente l'alchol come mezzo, ecco. io non ce l'ho nel dna come i bellunesi
a presto, buon cammino curioso
c.
A proposito, ma davvero Richter è un pittore che ami da tempo?
Ci ho fatto un post anch'io...
Che roba.
C.
..credo che le sere olandesi si riempiranno del tuo blog
che sempre più mi chiama, ma volevo dargli un tempo suo.
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